3/25/2006

La nota sui mercati 25.3

La settimana 20-24 marzo 2006

ECONOMIA: verso la stagflazione
Iniziando dalla fine, venerdì si è saputo che le vendite di nuove case americane a febbraio sono crollate di oltre il 10%, il declino maggiore da 9 anni e la quarta riduzione mensile negli ultimi sei mesi. Questo dato è in apparente contraddizione con quello del giorno precedente relativo ad un inatteso incremento del 5% delle vendite di case esistenti. In realtà i due dati sono tipici della fase iniziale di scoppio della bolla immobiliare ormai decennale. Infatti l'incremento nella prima categoria si spiega con ragioni speculative che sempre spingono i venditori a monetizzare i guadagni ed i compratori "in ritardo" ad affrettarsi sul mercato in queste fasi in cui i prezzi sono ai massimi; la tendenza sottostante del mercato è invece rappresentata proprio dall'andamento delle case di nuova costruzione, insieme con l'andamento delle richieste di mutui ipotecari sceso ai minimi da 3 anni. Altro indicatore del fine bolla è il livello dei prezzi cui avvengono le transazioni, il cui tasso di incremento è in decelerazione ovunque, più sostenuto sulle case esistenti(+7% rispetto all'anno prima) e tendente verso lo zero per le nuove case (+2,6%). Inoltre aumenta decisamente l'invenduto (+23% rispetto a 12 mesi prima).
Insomma siamo vicini al fine corsa per il settore trainante dell'economia USA, e non tarderanno a manifestarsi i riflessi sui consumi ed anche sull'attività economica del settore edile nel suo complesso, che spingeranno l'intera economia verso la stagnazione.
Ma la settimana appena conclusasi è stata interessante per altri due motivi. Il primo è che i prezzi alla produzione hanno sorpreso al rialzo(+0,3%) nello stesso mese in cui quelli al consumo lo hanno fatto al ribasso (+0,1%) e questo significa che a febbraio si sono contratti i margini di profitto, come risulterà dai bilanci del primo trimestre che si conosceranno nei prossimi due mesi; poichè è molto probabile che le imprese reagiranno trasferendo ai consumatori gli aumenti di prezzi subìti alla produzione, l'inflazione tenderà ad aumentare, proprio mentre la crescita diminuirà per la sopracitata contrazione dell'immobiliare.
Dunque stagflazione, attualmente fuori dalla mente del consensus, ma in realtà sempre più vicina.
Il secondo motivo di interesse è stata la preferenza mostrata da Bernanke per la propria ipotesi di spiegazione della causa del deficit USA (da lui imputato all'eccesso di risparmi mondiali), che significa una preferenza a considerare più basso il livello dei tassi di interesse reali considerato "neutrale" per l'economia; quindi è presumibile che Bernanke spingerà la Fed a fermarsi quanto prima nel rialzo dei tassi, soprattutto se le evidenze di stagnazione aumenteranno, mentre le evidenze inflazionistiche gli impediranno di ridurre i tassi.
Quindi, quello che mi pare più probabile è che i mercati si troveranno durante il secondo trimestre ad affrontare uno scenario in cui si vedrà: ridurre la crescita - aumentare l'inflazione- fermarsi la Fed.
Al di là di qualche iniziale entusiasmo della Borsa per quest'ultimo evento, gli incauti compratori di azioni saranno proprio quelli che si troveranno peggio, allorchè si vedrà che la stagflazione avanza e che la Fed ha in pratica le mani legate: e prevedo per loro una pessima estate quando si troveranno con le delusioni sugli utili aziendali e il petrolio in forte aumento.
Altra vittima designata è il dollaro che velocemente si sposterà verso 1,3 con euro e 110 con yen mentre gli investitori obbligazionari è probabile si vengano a trovare in difficoltà solo se il protezionismo montante spingerà gli asiatici a ridurre il sostegno finora dato a questo comparto, facendone alzare i rendimenti. Nel caso contrario, cioè se il sostegno verrà ancora accordato e i rendimenti resteranno sui livelli attuali, la conseguente riduzione in termini reali spingerà sempre più al rialzo i beni rifugio(preziosi in testa).

Concludendo: questa settimana mi conferma vieppiù della bontà del piano di asset-asset 2006 che si incentra sull'andare "corto" di borsa e dollaro, e "lungo" di petrolio ed oro. Sono convinto che tra aprile e maggio vi saranno delle occasioni per entrare su prezzi appetibili, e che i frutti di questa stratregia si coglieranno durante l'estate.

MATERIE PRIME : si sale
Il petrolio, nel saldo settimanale è restato pressocchè invariato anche se ha avuto oscillazioni giornaliere marcate a cavallo della prima riduzione nelle scorte USA , per concludere a 64,2(maggio) ed il gas naturale a 7,4(maggio).
In netto rialzo invece i metalli, sostenuti dal nuovo indebolimento dello yen e nel finale dall'ipotesi che i tassi USA possano fermarsi prima del previsto, con l'oro a 560(aprile); l'argento a 10,7(maggio) il rame a 240(maggio) il platino a 1051(aprile) il palladio a 334(giugno).
L'indice generale CRB(giugno) a 328.
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: lo yo-yo
Prezzi alla produzione e case esistenti hanno provocato l'ennesimo ribaltone sul dollaro che era arrivato a recuperare quasi tutto ciò che aveva perso la settimana precedente, salvo riperdere nel finale (nuove case e beni durevoli anch'essi deboli) riuscendo però a mantenere nel saldo settimanale l'1% di incremento. Lo yen è stato il più debole (arrivando fino a quota 118 con dollaro), portando l'euroyen verso 142.
L'eurodollaro scad. giugno ha perso fino a 270 tiks tra lunedì notte e venerdì mattina, e solo nel pomeriggio finale ne ha recuperato circa un terzo concludendo a 1,21. A inizio settimana non mi aspettavo un movimento così intenso per cui avevo messo l'ordine di acquisto a 1,213 originariamente valido per tutto il periodo; ma dopo averlo mancato per 1 tick ed aver visto il debole rimbalzo seguitone, ho cancellato l'ordine ed è stato un bene perchè altrimenti sarei stato stoppato a 1,209 (minimo a 1,201). Confermo pertanto che preferisco sospendere questo tipo di operatività, anche perchè si sta avvicinando il momento in cui entrerò in asset-asset al ribasso del dollaro.
L'indice generale del dollaro risale a 89,7 (giugno)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso contro tutti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: si reinverte la curva
I rendimenti hanno seguito il profilo del dollaro ma con differenze marcate tra le varie scadenze che hanno espresso una curva invertita.
Negli USA , come saldo settimanale, il 2 anni sale di 7 cts. al 4,71
il quinquennale di 4 cts. al 4,66 il decennale frrmo al 4,67 ed il trentennale scende di 3 cts. al 4,69.
In Europa Bund decennale in lieve rialzo al 3,63% ( il differenziale a 104 cts.).
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: neutrale
Posizione asset: nulla

BORSE: Wally in attesa
Il Nasdaq100 scad. giugno si è mosso tra un massimo a 1727 toccato martedì sera, ed un minimo a 1670 registrato il mercoledì successivo (effetto Microsoft nella notte); dopodichè è restato poco mosso tra area 1680 testata due volte e risultata un buon supporto di breve, e 1705 (mio prezzo di carico, rivelatosi resistenza) per concludere in lieve calo a 1697. Siamo quindi in piena lateralità, e sarà la reazione alla Fed di martedì sera a dettare la prossima tendenza di breve.
Il saldo settimanale a WALLY è stato di: +0% per il Dow a 11280
-0,3% per lo sp500 a 1303 e +0,3% per il nasdaq a 2313. Tra i settori, scendono i trasporti (-0,8%) le utilities(-2%) le biotech (-2,5%) le banche (-0,3%) mentre salgono le piccole capitalizzazioni (Russell +1%) e i semiconduttori (+1,7%).
Tokyo sale con +1,5% a 16560 di nikkey; in Europa sale il dax tedesco a 5970(+2%) il footsie inglese a 6036(+0,5%), il cac francese a 5220(+1,5%) resta ferma solo l'Italietta dell'attentato pre-elettorale già annunciato: l'SPmib a 38360(+1%) ed il Mibtel a 29550(+1,5%).
Posizione di lungo termine: al ribasso generale
Posizione di medio termine: al ribasso generale
Posizione asset: nulla

PREVISIONI: settimana Fed
Lunedì non c'è nulla, ma Martedì dopo l'IFO tedesco e la fiducia dei consumatori USA sarà il giorno della prima decisione fed e relativo comunicato, sotto Bernanke. Le attese sono per il 15simo rialzino di o,25 cts. che porterebbe al 4,75 il livello dei tassi ufficiali, e costituirebbe una forte sorpresa qualsiasi diverso esito; proprio per questo è impensabile che Bernake voglia esordire in siffatta maniera. Tutta l'attenzione dunque sarà riservata al fraseggio del comunicato: se trasparirà una pur lieve tendenza ai toni morbidi, avremo le classiche reazioni (dollaro giù e borsa sù), viceversa nel caso contrario. Secondo me nella sostanza non cambierà molto: si dirà che la crescita continua positiva, che l'inflazione è sotto controllo, e che il futuro dei tassi dipenderà dai dati in arrivo. Mi pare prematuro che si mandi un messaggio chiaro, comunque le sorprese sono il pane quotidiano in questa attività.
Dopo un mercoledì passato a digerire la Fed, con le sole scorte petrolifere in arrivo, Giovedì e Venerdì si ricomincia con vari dati, sia nipponici ed europei, sia americani. Tra quest ultimi, la terza stima finale del PIL nel quarto trim. del 2005, redditi e spese delle famiglie con relativo deflatore, l'indice di chicago per marzo e gli ordini alle fabbriche con cui si concluderà non solo la settimana ma anche il mese di marzo e il primo trimestre (possibili quindi movimenti derivanti da politiche di facciata contabile).

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
venduto 1 mini-nasdaq 100 giugno a 1705 chiude a 1697,5 (+150$)
Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, comm.ni incluse, è a +1170 euro (con 17 operazioni effettuate+ 1 sul nasdaq); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al +1,65% ed equivalente al +7,5% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures assorbono 3% , il 97% è in conto corrente al 2,5% lordo (tasso iwbank).