6/19/2006

Speciale Memoria e Identità

Speciale Memoria e Identità

A proposito delle mie teorie dietrologiche circa l'esistenza di una Cupola e del suo relativo programma geopolitico ed economico-finanaziario, mi è stato segnalato che nel libro intervista MEMORIA E IDENTITA' , Giovanni Paolo II (in particolare pag. 62-63) indica l'esistenza di un programma operante con enormi mezzi finanziari su scala mondiale che, disponendo dei grandi centri di potere, tenterebbe di imporre le proprie condizioni, avendo forse come mira un altra forma di totalitarismo, subdolamente celato sotto le apparenze dell'attuale falsa democrazia mediatica. Venendo da un uomo arrivato ormai alla conclusione della Sua vita e dotato certamente di una non comune conoscenza di come vanno le cose nel mondo dopo decenni al comando del Vaticano, vale la pena riflettere sul significato del messaggio fornito.

Del resto che le esagerazioni della politica monetaria imposta dagli USA al mondo intero finissero per creare una situazione senza un rimedio politicamente accettabile per l'America(una pesante e duratura Depressione) è senz'altro ben chiaro ai grandi gruppi che hanno permesso tale deriva. Non a caso, un elemento che giustifica la condiscendenza di buona parte del mondo finanziario che conta, è fornito dall'enorme quantità di fusioni ed acquisizioni che hanno caratterizzato l'ultimo decennio: in buona sostanza sono riusciti, grazie alla finanza, a prendere il controllo di larghe fette dell'economia, riuscendo nel contempo a far perdere le tracce di queste conquiste grazie ai continui cambiamenti di ragione sociale delle conseguenti nuove strutture. Di fatto si è così realizzato un concentramento di potere che assomiglia molto alle concezioni imperiali.

Tornando all'attualità, considerato che il riassorbimento degli eccessi generati dalla politica di conquista, comporterebbe un ridimensionamento della potenza geopolitica USA, e non rientrando quest'ultimo nel programma di chi comanda, l'unica soluzione appare un implosione del sistema globale per effetto di eventi esterni non imputabili agli USA: si consentirebbe così la costruzione di un nuovo sistema attraverso un conflitto magari non militare che potrebbe risultare negativo solo per quei paesi che rimarrebbero gravemente danneggiati, essendo pieni di dollari e creditori degli USA, mentre questi ultimi migliorerebbero la loro posizione relativa. Ripeto: l'aver seguito con grande attenzione il percorso evolutivo in questi ultimi 30 anni mi ha permesso di constatare come lo stesso abbia rispecchiato un determinato programma, che non sembra prevedere un ridimensionamento americano(come ad inizio del secolo scorso si decise invece di fare con l'Europa), anzi.

Un altra conferma l'ho trovata in un intervista concessa da Ron Paul, esponente del Congresso americano che avevo notato da tempo per le sue domande pertinenti e critiche alle autorità monetarie (si trova nel numero di giugno del Texas Hedge Report).
A precisa domanda che gli chiede del PPT (Protection Plunge Team) cioè di quella struttura governativa fondata in risposta al crash azionario del 1987, con lo scopo di manovrare Wally, risponde:
"E' materia secretata, ma io penso che venga usata non molto spesso, bensì in occasione dei grandi eventi come la crisi Russa e del sud est asiatico nel 97-98. Del resto la manipolazione da parte dei governi che contano sui mercati cruciali, si è vista da ben prima sul mercato dell'oro. Poichè la natura del governo è sfruttare il privilegio di battere moneta, l'oro è il nemico per antonomasia. Lo fecero già negli anni 60 quando il prezzo fu tenuto fermo a 35 dollari l'oncia per molti anni. Oggi è più sofisticato, e certamente sono capaci sia di sostenere il mercato azionario che di deprimere l'oro quando lo ritengono nel proprio interesse.
Io penso però che ciò funzioni solo nel breve termine, le forze di mercato sono molto più potenti di tutte le banche centrali e governi messi insieme, sul lungo periodo."

Alla domanda se abbia provato a chiedere ai diretti responsabili , risponde: " Sì ho tentato varie volte ma senza mai ottenere risposte precise."

Gli è stata fatta poi una domanda che val la pena trascrivere nel suo insieme: Un pilastro del dollaro è stato il riciclaggio dei cosiddetti petrodollari da parte dell'OPEC sui titoli di stato americani. Nel 2000 l'Iraq è passato all'euro, ben prima della svalutazione successiva del dollaro; l'Iran si sta attrezzando allo stesso modo, anche perchè metà del suo commercio è con l'Europa; inoltre Venezuela, Russia e altre nazioni si stanno muovendo per uscire dalle transazioni energetiche denominate in dollari e infatti il Dipartimento di Stato le ha criticate. La politica estera USA è ispirata a tenere il dollaro come valuta mondiale di riserva ?

Paul risponde: "Certo, credo che la finanza internazionale e la politica estera siano strettamente correlate. Ho parlato di questo argomento anche in Congresso e credo che l'invasione dell'Iraq abbia a che fare con questo retroterra, anche se non è la sola spiegazione, vi sono stati altri motivi. Penso che comunque le forze di mercato finiranno per prevalere sul disegno egemonico; se si guarda alle riserve in dollari dei governi esteri si vede che sono enormi. Gli accordi internazionali sono totalmente segreti; io sospetto che per ora vi sia un interesse di molti paesi a sostenere il dollaro, ma la politica estera USA può divenire così fastidiosa per molti di loro che non mi meraviglierei se Russia, o Venezuela o Cina, cambiassero atteggiamento: credo che il dollaro viva tempi molto pericolosi."

Infine vi è anche una domanda sulle statistiche dei prezzi al consumo taroccate. Gli chiedono se pensa che vi sia un agenda orwelliana con le statistiche manipolate per scopi politici e Paul risponde:
"Sì, ed è stato fatto da già da molti anni. Fu Greenspan l'ispiratore di questa politca "contabile".Glie l'ho chiesto molte volte e ha sempre rifiutato di rispondere".

Mi fermo qui.