12/10/2006

La Nota sui mercati 10.12

La settimana 4 - 8 dicembre 2006

ECONOMIA: il dibattito congiunturale
Occhi puntati come sempre sull'economia americana. I dati di questa settimana hanno mostrato che - mentre il settore manifatturiero, è in recessione - il settore dei servizi ancora tira. L'Ism dei servizi infatti è risultato ancora robusto a quota 58, e la componente occupazionale dei servizi riesce a più che controbilanciare l'emorragìa in corso nel manifatturiero(+172 mila occupati contro i -42mila).
Il dibattito su cosa verte?
da un lato ci sono coloro che ritengono tale compensazione in grado di funzionare anche per il futuro: è lo scenario dell'atterraggio morbido, in cui la FED non ha bisogno di abbassare i tassi, garantendo così anche il controllo dell''inflazione; in questo scenario le famiglie pur oberate dai debiti, ed in difficoltà a causa della contrazione immobiliare, riescono comunque a mantenere i propri consumi grazie al sostegno dei redditi e dell'occupazione derivante appunto dalla tenuta dell'economia dei servizi. Nel frattempo la fase negativa dell'immobiliare passa, e si riprende poi anche il manifatturiero.
Sono le previsioni ufficiali di Bernanke, insomma, che questa settimana hanno trovato anche l'avallo di Trichet (che lo ha dichiarato nell'apposita conferenza stampa post rialzo tassi BCE al 3,5%), ed è a loro che si affidano i compratori di azioni.

Sull'altro versante ci sono coloro che ritengono ( e pertanto sono compratori di obbligazioni) imminente il contagio della recessione manifatturiera al settore dei servizi: è lo scenario dell'atterraggio duro, in cui la Fed avrà bisogno di mettersi ad abbassare i tassi nel 2007; in questo scenario, l'attuale tenuta dei servizi e dell'occupazione viene spiegata con il ritardo fisiologico nel tipico ciclo economico, per cui è normale che siano gli ultimi a risentirne, mentre la recessione manifatturiera è l'indicatore che anticipa il futuro corso dell'economia globale. Per costoro, la crisi immobiliare è appena agli inizi e deve ancora far sentire i suoi effetti più negativi, soprattutto sull'occupazione; dopodichè anche la borsa si convincerà ed inizierà a scendere, e ci vorrà un robusto calo dei tassi per cercare di arginare la crisi. Alcuni sostengono, infatti, che date le dimensioni delle bolle in essere, il taglio dei tassi non sarà sufficiente a impedire la crisi, che si estenderà a livelo mondiale data la centralità dell'economia americana.

I dati di questa settimana hanno dato fiato alla prima scuola di pensiero: così i rendimenti sono tornati a rialzarsi, la borsa ha festeggiato e financo il dollaro ha nel finale un pò recuperato.
Ma, naturalmente, la partita è aperta, e il prevalere dell'una o dell'altra evidenza determinerà gli andamenti delle prossime fluttuazioni, che non mancheranno.
Da un lato infatti la potenza distruttiva dello scoppio della bolla immobiliare nella iperindebitata struttura americana è molto elevata; dall'altro, però, l'enorme espansione di moneta e credito (che secondo me fa parte di una ben precisa manovra illustrata nel Filo giallo della scorsa nota) ancora una volta potrebbe allontanare il redde rationem.

Nel frattempo non una parola viene detta, da entrambe le parti, sulle cose che realmente contano:
il dollaro che non vale la carta su cui è stampato, gli iceberg occulti dei debiti pensionistici e sanitari, i bilanci falsi alla Enron o alla Parmalat delle grandi entità a cominciare dai giganti della finanza ipotecaria (Fannie Mae), i rischi sistemici dell'esplosione incontrollata dei derivati,....quando proprio qualcuno se ne occupa vengono derubricati
a fastidiosi dettagli di importanza secondaria.

La verità è che il dibattito congiunturale resta alla estrema superficie delle cose; spesso ho usato la metafora del Titanic: ebbene è come se lì ci si fosse appassionati a discettare delle condizioni meteorologiche e dunque sulla velocità di avanzamento, mentre la struttura portante era in realtà irrimediabilmente lesionata e il dibattito avrebbe dovuto vertere su quanto tempo ci sarebbe voluto per l'inabissamento.

E' un classico storico: i padroni del vapore che sono anche i padroni dei mass media e delle grandi istituzioni finanziarie, depistano la massa, facendola appassionare ai falsi problemi; quando il Titanic affondò, i passeggeri di prima classe si salvarono, a morire furono gli altri. Chi comanda sa che a pagare saranno le seconde e terze classi planetarie.

Questa settimana, mentre alle aste da Christies si sono continuati a battere record astronomici, negli USA sono iniziati i primi fallimenti di intermediari finanziari specializzati in prestiti ipotecari.
So bene che come nella storiella di Al lupo Al lupo, chi mi legge da tempo rischia ormai di non crederci più; ma alla fine il Lupo arriva....

MATERIE PRIME : deboli
Il petrolio non è risucito a passare la resistenza di 63,5 sulla scad. gennaio e nel finale è sceso concludendo a 62. Debole il gas naturale che perde il 10% circa concludendo a 7,7 sulla scad.marzo. L'Opec dovrebbe annunciare un altro taglio di produzione per sostenere i prezzi, ma l'inverno al momento si presenta particolarmente mite.
Si arresta anche la marcia dei preziosi con l'Oro che perde il 3%:
siamo comunque nell'ambito di un normale ritracciamento dopo la recente corsa.
Si conclude con :
l'oro a 631(febbraio) il rame a 311 (marzo) l'argento a 13,9(marzo);
il platino a 1107(gennaio) il palladio a 334(dicembre).
L'indice generale CRB(marzo) a 313,5
Posizione di lungo termine: al rialzo
Posizione di medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: correzione finale
C' è voluta la chiusura di Londra alle 18 di venerdì, e una dichiarazione (del resto ovvia) del ministro del Tesoro americano(il dollaro forte è nell'interesse degli USA), per innescare l'attesa correzione del dollaro , che lo ha portato a concludere a 1,32 con euro e 116 con yen. Se la correzione era dovuta, la motivazione è apparsa fragile: Paulson ha inserito la frase di rito a sostegno del dollaro, in un intervista alla Cnbc in cui ha detto che sta per andare in Cina a chiedere la rivalutazione dello yaun (cioè la svalutazione del dollaro). Comprensibile però: i pochi trader rimasti a quell'ora ne hanno approfittato per far scattare le stoploss, un classico. In realtà la correzione sarebbe dovuta avvenire prima , in base ai dati congiunturali che hanno rispostato il pendolo verso la tesi della FED(tassi stabili) come sopra menzionato.
Ed anche Trichet , pur non lamentandosi troppo dell'euro forte, e pur mantenendo l'orientamento al rialzo sui tassi europei, ha fatto intendere che non c'è fretta e per i prossimi due-tre mesi i tassi resteranno fermi. Probabile che anche qualora nei prossimi giorni vi sia una prosecuzione al ribasso (1,31) sia di breve durata. Tecnicamente, al rialzo l'eurodollaro ha fatto un triplice top a 1,337 che adesso diventa una resistenza importante; al ribasso se 1,31 dovesse cedere, il pavimento sarà in area 1,29-1,30 che era la vecchia resistenza. Vedremo quanto dura, e se dura, la permanenza nel nuovo range che ha uno spazio di circa 4 figure come quello precedente (1,25-1,29) dove la sosta è durata 6 mesi.
Quando ho visto che l'eurodollaro restava tenacemente sopra 1,33 nell'imminenza della BCE e dei dati di venerdì ho preferito chiudere il calendar spread in pari; ed è stato un bene perchè alle 16 di venerdì quotava 1,3360. In precedenza avevo invece fatto un operazione positiva e a basso rischio sull'euro contro franco svizzero(+500 fr.sv. a contratto).
L'indice generale del dollaro a 83,3(dicembre) (+1%)
Posizione di lungo termine: dollaro al ribasso
Posizione di medio termine: dollaro al ribasso
Posizione asset: nulla

OBBLIGAZIONI: marcia indietro
Per i motivi sopramenzionati, settimana di marcia indietro per i rendimenti obbligazionari statunitensi che si sono rimangiati il ribasso dei precedenti sette giorni. Questa tendenza potrebbe durare ancora un pò e dare soddisfazione al put sul decennale che ho messo in posizione.
Negli USA come saldo settimanale il future sul tasso a tre mesi scad.dicembre 2007 sale di ben 20 cts. al 4,73% , il 2 anni di 15 cts. al 4,67% il quinquennale di 14 al 4,53% il decennale di 11 al 4,55% il trentennale di 11 al 4,66%. La curva per contro è tornata ad invertirsi.
In Europa anche il Bund decennale sale di 6 cts. al 3,72% ed in Giappone il decennale sale di 9 cts. al 1,69%; il tasso sul debito dei paesi emergenti invece scende di 4 cts.
Posizione di lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: comprato put 108 sul decennale scad. dicembre

BORSE: effetto fiscale
Se proprio non vengono forzati da qualche disastro a Wally cercheranno di non vendere fino a fine anno : in tal caso infatti non dovranno pagare subito le tasse sulle plusvalenze, mentre vendendo a gennaio ritarderanno di 12 mesi tale esborso. L'appuntamento con l'Orso è quindi rimandato ai primi del mese prossimo, su cui sono posizionato con il put spread gennaio.
L' sp500 scad. marzo è salito nella prima parte della settimana arrivando a toccare quota 1430; ha poi stornato giovedì e venerdì fin sotto 1420 per concludere a 1422.
Per la settimana concludono: il Dow a 12307(+0,6%) lo sp500 a 1409(+0,6%) il nasdaq a 2437(+1%), il nasdaq100 a 1808(+0,6%), il Russell2000 (+1,5%); tra i settori, trasporti(+0,3%) i semiconduttori (+0,7%) le biotech (+0,6%) i broker/dealer(+3,7%) le banche(+1,6%).
Tokyo sale a 16417 (+0,6%) di nikkey, in Europa dax tedesco a 6427(+3%) il footsie inglese a 6152(+2%), il cac francese a 5384(+2,7%) mentre nell'Italietta senza la benchè minima speranza, l'SPmib a 40660(+1,7%) ed il Mibtel a 31275(+1,5%).
Tra le borse mondiali: Brasile +4% India -0,3% Cina -0,4% Russia +3,9%.
Posizione di lungo termine: al ribasso
Posizione di medio termine: laterale
Posizione asset: put scad. dicembre, put spread scad. gennaio sullo sp500

PREVISIONI: Fed scontata
L'evento della settimana è la riunione della Fed di martedì sera, anche se stavolta l'esito è ampiamente scontato: terrà i tassi fermi al 5,25% e si limiterà a sostituire solo qualche parola , al massimo, rispetto al precedente comunicato. Ribadirà cioè che si aspetta un rallentamento morbido dell'economia, e manterrà pertanto l'avviso di ordinanza circa possibili rischi inflazionistici. Non dovrebbero quindi esserci particolari turbative sul mercato.
Lunedì niente di particolare, mentre martedì usciranno l'indice zew tedesco di dicembre, ed il deficit estero degli USA ad ottobre, oltre al già citato comunicato Fed delle 20,15.
Mercoledì il dato americano delle vendite al dettaglio di novembre, particolarmente importante per verificare la tenuta dei consumi.
Giovedì dati minori, ed infine Venerdì il gran finale che inizierà fin dalla notte con il Tankan giapponese ed il discorso di Bernanke a Pechino, seguito dai dati sull'inflazione al consumo europea ed americana a novembre; dagli USA usciranno anche l'indice di new york,i flussi di capitale ad ottobre e la produzione industriale a novembre. Di questo pacchetto finale, il più importante in caso di sorprese è ovviamente il dato "core"sui prezzi al consumo USA, attesi restare al 2,7% annuo.

ASSET: riepilogo (cifre per asset da centomila)
- venduto un eurosvizzero scad. dicembre a 1,5906 comprato a 1,5866
(+500 fr.sv.)
-venduto un put eurodollaro 1,32 scad. dicembre a 0,0076 comprato a 0,0009(+837,5$)
-comprato un put eurodollaro 1,32 scad. gennaio a 0,0110 venduto a 0,0044(-825$)
-comprato un put eurodollaro 1,29 scad. dicembre a 0,0013
scaduto a 0(-162,5$)
-comprato un put eurodollaro1,27 scad. dicembre a 0,0011
scaduto a 0(-137,5$)

operazioni aperte:
-comprato un put sp500 1360 scad. dicembre a 4,4 chiude a 0,4(-200$)
-comprato un put sp500 1385 scad. gennaio a 12 chiude a 9,5 (-125$)
-venduto un put sp500 1365 scad. gennaio a 7,5 chiude a 6,5 (+50$)
-comprato 5 put 108 sul bond scad. dic. a 0,0625 chiude a 0,125
(+312,5$)

Il saldo delle operazioni chiuse da inzio anno, dopo aver pagato le commissioni, è a +3800 euro (con 25 operazioni effettuate su eurodollaro+ 6 sul nasdaq+2 su gas naturale+2 su eurosvizzero+2 su oro+1 su argento+5 su bond+1 su euroyen+5 su petrolio+3 su s&p500+1 su dowjones+1 su cacao); il rendimento complessivo, tenuto conto delle minus/plus in portafoglio, e del rateo di interessi maturato, è pari al
+5,6% ed equivalente al +5,9% su base annua se si mantiene questo ritmo; come liquidità impegnata, i margini sui futures e i premi su opzioni assorbono 0,5% ed il 99,5% è in conto corrente al 2,54% netto (3,50% tasso iwbank).