4/22/2007

La Nota sui mercati (22.4)

La settimana dal 16 al 20 aprile 2007

ECONOMIA: al lupo, al lupo
La settimana sui mercati si conclude all'insegna della famosa storiella in cui i compaesani del pastorello che gridava "al lupo, al lupo" non gli credono più. Il 27 febbraio il primo "al lupo" (la caduta della borsa cinese-10%) era stato inizialmente creduto; poi, visto che in realtà il lupo non era arrivato, tutti sono tornati al solito andazzo. Mercoledì notte, il secondo "al lupo" (innescato da un altro calo della borsa cinese, per i motivi spiegati nel Flash Boom Cina) è stato creduto solo da pochi e per pochissimo tempo: nel giro di 24 ore non solo si è tornati al solito andazzo, ma si è anche concluso venerdì con ulteriori rialzi record. Al terzo "al lupo" nella storiella il lupo arriva sul serio, nessuno gli crede più e il pastorello finisce sbranato.
Nel frattempo, sul fronte macro USA i dati sulla crescita sono stati di stagnazione: vendite al dettaglio in termini reali(al netto di benzina ed auto) pari a zero, produzione in calo, licenze e nuovi cantieri edili sostanzialmente fermi su un livello di oltre il 20% inferiore a un anno fa, Philly fed a zero. I segni che dalla stagnazione si è in procinto di passare alla recessione, sono numerosi, ed anche l'ultimo elemento,quello occupazionale, che finora sostiene la baracca e le speranze dei sostenitori del soft-landing, nella componente dei sussidi settimanali sta iniziando a cedere. Ma i mercati sembrano ignorare tutto ciò, ed anzi prendono spunto dalla crescita del resto del mondo per convincersi che anche qualora gli USA recedessero, il danno globale non ci sarebbe; ed hanno trovato motivo di ottimismo dal dato sui prezzi al consumo che pur essendo fortemente cresciuto nel suo totale, al netto di petrolio ed alimentari è aumentato meno delle attese portando il tasso annuo al 2,5% (che resta sempre ben oltre il tetto ufficiale Fed:2%) in calo dal 2,7% del mese precedente. Il che è bastato per far quindi scendere i rendimenti, e soprattutto salire le borse, mentre il dollaro è restato debole rallentando però la caduta grazie ai dati sui flussi netti di capitale risultati positivi. E certo: poichè il credito globale continua ad espandersi e i finanziamenti in yen sono ripresi con forza, così come i consumi americani tengono ed i cespiti patrimoniali si inflazionano, l'estero continua a comprare debiti degli USA .
Ma questa è Finanza Ponzi all'estremo grado: il sistema finanziario deve continuare a espandersi sempre più e rapidamente per mantenere la crescente piramide del debito sottostante, supportando utili e redditi, ergo l'economia reale. Come ormai evidente, questo tipo di espansione creditizia non fa altro che aggiungere nuova liquidità in dollari all'eccesso già esistente. Il sistema Ponzi (pagare i debiti facendo altri debiti) non può durare per sempre, ad un certo punto si raggiunge il limite: si devono fare debiti anche per pagare gli interessi sui debiti esistenti. E finchè dura, crea inflazione. Basti pensare che nel 1980 un dollaro di nuovo debito creava un dollaro di nuovo PIL; oggi per avere un dollaro di nuovo PIL ci vogliono 8 dollari di nuovo debito. Ecco perchè i beni rifugio dall'inflazione(oro) continuano a salire.
Nel frattempo, i tassi Fed restano bloccati: non possono scendere per non far crollare il dollaro già ai limiti del collasso, e non possono salire per non precipitare in recessione l'economia già in stagnazione. In ogni caso, ciò che la Fed vuole e ciò che può fare sono due cose diverse, perchè il 75% della creazione di credito è ormai fuori del suo controllo.
I tassi nipponici restano anch'essi bloccati se non altro fino a giugno (elezioni politiche), ed anche quando poi aumentassero allo 0,75-1% non cambierebbero il quadro della liquidità mondiale; del resto i giapponesi sono 30 anni che sbagliano, prima provocando la enorme inflazione locale di case e azioni, poi precipitando nella grande deflazione, ed ora di nuovo contribuendo a questa inflazione epocale e planetaria degli assets e del debito.
I tassi europei aumenteranno stentatamente, così come quelli delle altre economie periferiche (Inghilterra, Australia, etc.) ma non sono in grado di modificare la dinamica globale.
L'unica che potrebbe imprimere la svolta è la Cina, sia agendo sul cambio che sui suoi tassi: ma anche qui non pare che i cinesi, almeno fino al 2008 anno delle Olimpiadi cui tengono così tanto, siano seriamente intenzionati.
Resta il fatto che più la Fed e le altre banche centrali provano ad evitare l'implosione di tale sistema, più grande sarà il disastro finale. Il dubbio non è su cosa succederà, ma su quanto febbrile diverrà la speculazione nell'ultima fase pre-implosione e , ovvio, su quando succederà.
Lo scenario più probabile per i prossimi mesi è che si continui sull'onda attuale, con borse,obbligazioni(soprattutto aziendali e degli emergenti), materie prime,valute ad alti tassi, contenitori ideali per la liquidità in eccesso, e per quella in fuoriuscita (magari lentamente) dal dollaro.

MATERIE PRIME: ancora sù
Settimana di flessione per gli energetici: il petrolio sulla scadenza giugno conclude poco sopra quota 64, con il gas naturale anch'esso sceso a 7,5 sul giugno. I metalli continuano a correre.
Si conclude con: oro a 696(giugno) argento a 13,95 (maggio) rame a 363(luglio) platino a 1341(luglio) palladio a 388(giugno).
L'indice CRB a 314 (giugno).
Posizione a lungo termine: al rialzo
Posizione a medio termine: al rialzo
Posizione asset: nulla

CAMBI: dollaro in erosione
Dopo la caduta della scorsa settimana, il dollaro ha continuato a perdere facendo nuovi minimi, ma ha rallentato la discesa, anche per effetto del G7 cui sono seguite timide dichiarazioni tese appunto a frenarne la volatilità. Lo yen ha vissuto poche ore di rimbalzo dopo l'annuncio cinese sul PIL, ma è poi ritornato cedente,mentre restano ai massimi pluriennali le valute ad alti tassi. In questo contesto eurodollaro scad. giugno si è mosso in un range limitato di circa 100 tiks, ma con orientamento sempre rialzista: massimi e minimi crescenti. Venerdì ha toccato il nuovo max. a 1,367 per concludere a 1,362. Si trova ormai ad un passo dal massimo storico di 1,37, che sarà probabilmente testato e - nel caso di rigetto - potrebbe innescare la correzione fisiologica attesa in area 1,35 .
L'indice generale del dollaro a 81,4(giugno)
Posizione a lungo termine: dollaro al ribasso generale
Posizione a medio termine: dollaro al ribasso generale
Posizione asset: comprato put eurodollaro 1,34 (scad. 4 maggio)

OBBLIGAZIONI: scendono i rendimenti
Si è fermata l'erosione delle quotazioni obbligazionarie americane e in scia ai dati macro vi è stata anzi un inversione di tendenza: come saldo settimanale, negli USA, il future a 3 mesi dic. 2007 scende di 10 cts. a 5,01% , il biennale scende di 11 cts. al 4,65% il quinquennale di 11 cts. al 4,57%, il decennale di 9 al 4,67% ed il trentennale di 8 cts. al 4,85%.
In Europa il calo dei rendimenti è minimo: il bund decennale scende di 3 cts. al 4,2% per cui il differenziale con il bond USA di analoga durata si colloca a 45 cts..Invece in Giappone il decennale sale di 2 cts. all'1,68% . I mercati obbligazionari emergenti sono ripartiti con forza ed i rendimenti scendono mediamente di 15 cts.
Posizione a lungo termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione a medio termine: al rialzo dei rendimenti
Posizione asset: nulla

BORSE: ai massimi
La settimana si conclude con : Dow 12962 (+2,8%) Sp500 1484 (+2,2%) nasdaq 2526(+1,4%) nasdaq100 a 1862(+1,6%) russell 2000 +1,2% trasporti +3,4% utilities +2,2% semiconduttori +3,1% broker-dealer +3,6% Banche +3,6%. Sù il Nikkey a 17452 (+0,5%), il dax a 7342(+1,9%), il cac a 5939(+3%), il footsie a 6487(+0,3%) e nell'italietta senza la benchè minima speranza spmib a 43549(+1,5%) e mibtel a 33830(+1,5%).SUPERBolla in Cina +1,9% (che porta a +34% l'incremento da inizio anno che si somma al +100% dell'anno scorso); India +3,8% brasile +3,1% unica eccezione in questa corsa sfrenata la Russia -1,5% probabilmente a seguito delle repressioni Putiniane (è solo a +2,6% da inizio anno).
I titoli al rialzo sul NYSE hanno oscillato tra il massimo di venerdì in chiusura a 2550 ed il minimo di giovedì a 1200 . Il rapporto tra put e call riscende a 0,74 da 0,89. L'indice della volatilità (VIX) scende da 12,20 a 12,07.Contrariamente alle mie attese lo sp500 scad. giugno ha superato i massimi dell'anno, concludendo su nuovi massimi a 1492, e adesso è molto probabile che sorpassi quota 1500 anche perchè vorranno far toccare i 13000 al dowjones; ciò nonostante, vi sono vari elementi tecnici negativi: ipercomprato, respiro scarso, etc. per cui non è da escludere una fase di range che potrebbe al ribasso spingersi fino a 1450.
Posizione lungo termine: ribasso generale
Posizione medio termine: laterale
posizione asset: comprato put spread composito, scad. 18 maggio

PREVISIONI: elezioni francesi
Lunedì non c'è niente come dati, ma sul fronte europeo possono tenere banco gli esiti delle elezioni francesi: una chiara vittoria di Sarkozy potrebbe danneggiare l'euro visto che questo signore, rappresentante degli industriali, si è distinto per essere un critico della BCE, e cioè del rialzo dei tassi europeo e dell'euro forte. Poi, sempre sul fronte europeo, il dato principale sarà l'IFO tedesco. Dopodichè la palla torna agli USA. Martedì la fiducia dei consumatori e le vendite di case esistenti. Mercoledì ordini di beni durevoli, vendite di case nuove e in serata il Beige Book della Fed. Giovedì i sussidi settimanali ai disoccupati ed infine Venerdì la prima stima del PIL nel primo trimestre 2007. Quest'ultimo, per quanto poco credibile nella prima stima, è il dato più importante della settimana: atteso a 2%. Vi sono motivi per pensare che il PIl verrà fatto uscire superiore al previsto, e magari anche gli altri dati USA possono risultare meno peggio delle attese. Il dollaro potrebbe quindi approfittarne per un momentaneo recupero , soprattutto con euro a 1,35. In tale scenario, Wally deve dimostrare quanto è in grado di salire ancora. Se non farà granchè e magari dopo un puntata sopra 1500 di sp500 tornerà indietro, potrebbe indicare che da maggio inizia il range. La stagione dei risultati aziendali si chiuderà: finora , grazie alle attese negative, il 61% delle aziende ha superato le previsioni, ma la gran maggioranza è molto cauta circa il futuro, e spesso ad utili migliori si accompagnano ricavi in calo.
Pur sapendo quindi che il quadro macro finanziario globale resta a supporto delle borse, continuo a pensare che vi sia spazio per almeno qualche fase di corposa correzione.